Il Rito



Il testo del matrimonio wiccan è stato creato negli anni '70 dai primi wiccan e dunque conserva un gusto cerimoniale molto forte. Questa versione contempla la presenza di una Sacerdotessa e di un Sacerdote, ma naturalmente può essere celebrato anche da un solo officiante.
Tenete conto che questo testo è una traccia basica e può essere modificato per venire incontro alle esigenze di tutti.


TESTO RITUALE

La Sacerdotessa e il Sacerdote si posizionano con la schiena all’altare. Lo sposo davanti alla Sacerdotessa e la sposa davanti al Sacerdote, al centro del Cerchio.

La Sacerdotessa chiede:
"Chi si presenta per essere unito nell’amore innanzi alla Dea? Qual è il tuo nome, Uomo?”

lo sposo risponde: “il mio nome è _____”.

Il Sacerdote chiede:
“Chi si presenta per essere unito nell’amore innanzi al Dio? Qual è il tuo nome, Donna?”

la sposa risponde: “il mio nome è _____”.

La Sacerdotessa dice “(nome sposa) e
(nome sposo) noi vi salutiamo con gioia!”

La Sacerdotessa dice: “l’Unità è Equilibrio e l’Equilibrio è Unità. Ascoltatemi ora e capite.”

Prende in mano il Bastone e innalzandolo sugli sposi dice:

“Il Bastone che io innalzo è il simbolo dell’Aria. Sappiate e ricordate che questo è l’elemento della Vita, dell’intelligenza, dell’ispirazione che ci fa andare avanti. Per questo Bastone di Aria io invoco su questa Unione il potere della Mente.”
La Sacerdotessa disegna un pentacolo di invocazione con il Bastone davanti agli sposi e poi lo posa. 

Il Sacerdote prende l’Athame, lo innalza sugli sposi e dice:

“L’Athame che io innalzo è il simbolo del Fuoco. Sappiate e ricordate che il fuoco è l’elemento della Luce, dell’energia, del vigore che ci scorre nelle vene. Per questo Athame io invoco su questa Unione il potere della Volontà.”
Con l’Athame il Sacerdote traccia il pentacolo di invocazione sugli sposi e poi lo posa. La

Sacerdotessa prende ora il Calice, lo innalza sugli sposi e dice:

“Il Calice che io innalzo è il simbolo dell’Acqua. Sappiate e ricordate che l’Acqua è l’elemento dell’Amore, della crescita, dell’abbondanza della Grande Madre. Per questo Calice io invoco su questa Unione il potere del Desiderio.”
Gli sposi bevono un sorso di acqua e poi la Sacerdotessa li asperge con la stessa, poi posa il Calice. Il 

Sacerdote prende il Pentacolo e lo innalza sugli sposi, poi dice:

“Il Pentacolo è il simbolo della Terra. Sappiate e ricordate che la Terra è l’elemento della Legge, della solidità, delle certezze che non vengono smosse. Per questo Pentacolo io invoco su questa Unione il potere della Costanza.”.
Il Sacerdote fa toccare il Pentacolo dagli sposi poi lo posa.

Segue l'Incarico della Dea.

Il Sacerdote dice:

"Ascoltate le parole della Grande Madre; lei che anticamente era chiamata fra gli uomini Artemide, Astarte, Atena, Dione, Melusine, Afrodite, Cerridwen, Dana, Arianrhod, Iside, Bride e con molti altri nomi ancora."

La Sacerdotessa dice:

"Quando avrete bisogno di qualcosa, una volta al mese, e meglio quando la luna è piena, allora voi vi riunirete in qualche luogo segreto e adorerete lo spirito di me che sono la Regina di tutte le streghe. Allora vi riunirete voi che desiderate imparare tutte le arti della stregoneria, e tuttavia non avete ancora raggiunto i suoi segreti più profondi; a voi insegnerò cose che sono ancora sconosciute. E voi sarete liberi dalla schiavitù; e come segno che siete realmente liberi, sarete nudi nei vostri riti; e danzerete, canterete, banchetterete, suonerete musica e farete l’amore, tutto in mia lode. Perché mia è l’estasi dello spirito, e mia altresì è la gioia sulla terra; perché la mia legge è amore verso tutti i viventi. Mantenete puro il vostro più alto ideale; tendete sempre verso esso; che nulla vi fermi o vi faccia deviare. Perché mia è la porta segreta che si apre sulla Terra dell’Eterna Giovinezza, e mia è la coppa del vino della vita, e il Calderone di Cerridwen, che è il SantoGraal dell’immortalità. Io sono la graziosa Dea che dona il dono della gioia al cuore dell’uomo. Sulla terra io dono la conoscenza dello spirito eterno; e oltre la morte, io dono la pace, la libertà e la riunione con coloro che sono dipartiti. Né io richiedo sacrifici; perché, vedete, io sono la Madre di tutto ciò che vive, e il mio amore si riversa sulla terra."

Il Sacerdote dice:

"Ascoltate voi le parole della Dea delle Stelle; lei, nella polvere dei cui piedi danzano le schiere celesti, lei, il cui corpo abbraccia l’universo intero."

La Sacerdotessa riprende:

"Io, che sono la bellezza della terra verdeggiante, e la candida luna fra le stelle, e il mistero delle acque, e il desiderio nel cuore dell’uomo, chiamo le vostre anime. Alzatevi e venite a me. Perché io sono l’anima della natura che dà vita all’universo. Da me tutte le cose procedono e a me tutte le cose devono infine ritornare; e di fronte al mio volto, amato dagli Dei e dagli uomini, lasciate che il vostro io divino più profondo sia avvolto dall’estasi dell’infinito. Che la mia adorazione risieda nel cuore che gioisce; giacché tutti gli atti d’amore e piacere sono rituali a me consacrati. E perciò che in voi ci siano bellezza e forza, potere e compassione, onore ed umiltà, gioia e venerazione.  E voi che pensate di cercarmi, sappiate che il vostro ricercare e anelare non vi porterà alcun vantaggio se ignorate il mistero: che se ciò che cercate non riuscite a trovarlo dentro di voi, non lo troverete mai fuori di voi. Perché vedete, io sono stata con voi sin dall’inizio; e io sono ciò che è conquistato alla fine del desiderio."

Concluso l’Incarico il Sacerdote dice:

…venne la dorata Afrodite, non come vergine, ma come la Risvegliatrice, il Desiderio Primo. Attraverso lo spazio lei chiamò e il Padre iniziò il suo corteggiamento. Lei Lo risvegliò al desiderio e il mondo fu creato. Lei, la Risvegliatrice dell’Umanità.

La Sacerdotessa prosegue:

…ma tutte le cose sono una cosa. Tutte le Dee sono una Dea che è in tutte le Donne. Vergine e desiderosa, donatrice di vita e portatrice di morte. Lei è la Sorgente della creazione e per lei il Grande Padre si risveglia al desiderio. Per Lei lui crea.

Il Sacerdote recita:

Nel viso di ogni donna gli uomini possono scorgere il volto della Dea, vedere le sue fasi attraverso il flusso e il ritorno al desiderio, al quale la loro anima risponderà. Ascoltate la sua chiamata…”.

La Sacerdotessa recita:

Io invoco la Grande Dea su questa sposa, che possa essere la risvegliatrice e la rigeneratrice, che possa vivere nella pienezza della vita. Assumerà la corona del mondo sotterraneo e rinascerà attraverso le onde del mare primordiale. Farà tutto ciò in Suo nome. Che sia benedetta.

Il Sacerdote recita:

Io invoco il Grande Dio su questo sposo, che possa sentire la chiamata della sua sposa e possa essere risvegliato, così che diventi Colui che Crea. Farà tutto ciò in Suo nome. Che sia benedetto.

Ora tocca agli Sposi.

La Sposa,
prendendo la mano destra dello sposo nella sua destra, recita:
“Per il seme e la radice, per il fusto e la gemma, per la foglia e il fiore e il frutto, per la vita e l’amore, nel nome della Dea io,
(nome sposa), prendo te (nome sposo), nella mia mano, nel mio cuore e nel mio spirito, dal risveglio del sole e al corso delle stelle. Nessuna morte potrà separarci; nell’eternità noi rinasceremo nello stesso tempo e nello stesso spazio, e ci rincontreremo, e capiremo, e ricorderemo e ci ameremo ancora.”

Lo Sposo, tenendo ancora le destre unite, recita:
“Per il seme e la radice, per il fusto e la gemma, per la foglia e il fiore e il frutto, per la vita e l’amore, nel nome della Dea io, (nome sposo), prendo te (nome sposa), nella mia mano, nel mio cuore e nel mio spirito, dal risveglio del sole e al corso delle stelle. Nessuna morte potrà separarci; nell’eternità noi rinasceremo nello stesso tempo e nello stesso spazio, e ci rincontreremo, e capiremo, e ricorderemo e ci ameremo ancora.”

Ora la Sacerdotessa lega con il nastro rituale le mani dei due sposi e insieme al sacerdote recita:

“Possano il Sole e la Luna e le stelle, e questi nostri fratelli e sorelle essere testimoni perché (nome sposa) e (nome sposo) sono stati uniti nella gioia nel segno della Dea e del Dio. E possano la Dea e il Dio benedirli sempre.”

I due Sposi devono ora accendere il Grande Cero, simbolo del fuoco che arde tra loro, con una candela. Si può scegliere che accenderlo con le destre ancora legate o meno.

A quel punto vengono slegati e i Testimoni si avvicinano per consegnare gli Anelli.
Gli sposi si scambiano gli anelli recitando recitando una formula simile a questa:
"Io prendo te nel nome dell'Amore e con questo anello sigillo la nostra unione nel corpo e nello spirito"

Poi toccano insieme la Pietra del Giuramento (o Pietra Testimone) e recitano le proprie promesse.

Ora la Sacerdotessa dice:
"E ora gioite, perché
(nome sposa) e (nome sposo) sono sposati" (i Sacerdoti danno il via all'applauso).

La Sacerdotessa prende la scopa da dietro l’altare e la posa terra di fronte alla coppia; gli Sposi la saltano tra gli applausi di tutti.

I Sacerdoti benedicono il Vino e le vivande e si da inizio al banchetto.

Segue il Congedo degli Dei, il Congedo degli Elementi e la riapertura del Cerchio.


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